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Legami di Eshkol Nevo

  • ilariainnocenti
  • 23 nov
  • Tempo di lettura: 3 min
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Legami di Eshkol Nevo e’ una raccolta di racconti che, come il titolo rivela, tratta di legami tra persone (tra genitori e figli, tra amici, tra innamorati, tra sconosciuti…) e lo fa con la qualità speciale di non idealizzare né di drammatizzare troppo i rapporti, diretto ma velato, il libro non nasconde alcun sentimento umano, nemmeno quelli più scomodi. Ogni racconto di cui si compone ha un potere tranquillizzante: resta, infatti, a chi legge la sensazione di una possibilità, la possibilità di “sopportare l’insopportabile”, di tollerare i momenti meno luminosi dell’esistenza e i dolori procurati dai legami. Queste narrazioni aprono spiragli: ogni storia infatti non si chiude, spetta al lettore, che si trova alla conclusione di ogni racconto come davanti a una sliding door, immaginarne la conclusione.

Eshkol Nevo offre a chi legge uno spazio di immaginazione, questo è un grande valore del libro, e, insieme a questo, gli regala il piacevole sentore che non è solo, che esiste al mondo qualcuno che prova gli stessi sentimenti che in qualche momento ha provato anche lui (abbandono, impotenza, tristezza, rabbia, nostalgia, frustrazione, perdita, noia, serenità, gioia, entusiasmo, sorpresa, amore….), gli stessi pensieri che in tanti frangenti hanno attraversato anche lui, le stesse distrazioni, le stesse fantasie, anche quelle più sotterranee, dando parole, senza nasconderlo a questo movimentato mondo interiore. Da’ spazio anche alle “inezie”, alle “futilità” che appartengono all’umano e lo rendono vivo: soffermarsi sulle trasformazioni delle nuvole, sognare a occhi aperti un futuro strabiliante, immaginare le vite di sconosciuti visti dal proprio terrazzo, scoprire l’ombra prodotta dal fumo di una sigaretta, provare a distinguere, nei piccoli aeroporti, chi ha fretta di tornare a casa da chi ha fretta di volare, seguire la musica con la danza o danzare seguendo il proprio ritmo interiore.

I racconti parlano di legami, di affetti e di come si possa amare con equilibrio, senza eccessi: di come un genitore sappia tacere per non mortificare l’entusiasmo di una figlia adolescente, di come un figlio sappia stare vicino al padre malato terminale rispettando il modo in cui questi ha scelto di vivere i suoi ultimi giorni, di come un uomo innamorato si faccia da parte senza rivendicazioni, di come un altro uomo, abbandonato a un passo dalla realizzazione di una bella storia d’amore, in seguito a un grave incidente, accetti la fine del rapporto e la vita che continua (il libro offre molti altri esempi).

Il libro fa riflettere su diverse tipologie di legami e su modi di stare in relazione che non sono mai né masochistici né impulsivi-espulsivi: pone l’accento sulla capacità di stare, di tollerare e di amare la differenza dell’altro oppure di lasciar andare senza rumore.

L’autore lascia aperti i finali dei racconti: questa tecnica narrativa rende il libro bellissimo.

Legami mi lascia anche riflessioni utili per il mio lavoro di psicoterapeuta.

Lo psicoterapeuta crea un luogo sicuro, ma non soluzioni preconfezionate, opera affinché il paziente creda, dia valore e dia spazio a tutte le parti di sé, anche a quelle apparentemente più insignificanti, che insignificanti non sono (come Eshkol Nevo ci dimostra, sono, anzi, quelle che rendono la narrazione più viva, più vera, più vicina, più personale e l’essere umano umano), cucia tra loro le proprie contraddizioni, in fondo, ascolti il proprio istinto di vita e abbia fiducia nella propria creatività.

Quando ho letto Legami, che non è una lettura leggera, ho sentito molta vita e molta speranza rispetto ai vicoli ciechi in cui mi imbatto nell’ascoltare la sofferenza delle persone che incontro. Ci sono sempre delle aperture, anche quando non sembra che sia così (e non è buonismo).

La questione della tollerabilità degli affetti, che attraversa tutti i racconti, mi ha suscitato anche una riflessione su quale sia l’obiettivo finale di un lavoro terapeutico che non sia volto alla semplice eliminazione dei sintomi: se il paziente sta al gioco di lasciare fluire ciò che gli passa per la mente, impara qualcosa di fondamentale per la sua vita, ovvero impara ad ascoltare tutte le parti di sé emergenti senza giudizio, senza banalizzazione. Questa è la precondizione per la conquista della fiducia in sé stessi e per la possibilità di creare legami sinceri con le altre persone.

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